Bella l’iniziativa dei nostri amici di Terni che ci scrivono raccontando la loro esperienza costruttiva della prima casa a Km Zero; per Km 0 s’intente utilizzando per quanto è stato possibile, le maestranze locali. Il progetto ha coinvolto diverse realtà, ci scrivono i ragazzi, ed ha tenuto conto agli aspetti legati all’ambiente. Il progetto porta la firma del docente dell’università di Firenze Marco Lauriola, ma lascerei la parola a chi l’esperienza l’ha vissuta più da vicino, in attesa che possano condividere con noi, anche alcune fotografie del percorso evolutivo della casa.

Commento dall’articolo del blog la Casa Green:

L’abbiamo realizzata in provincia di Terni, ricorrendo esclusivamente a maestranze locali, al legno di pino nero e alla douglasia del monte Amiata e all’argilla prodotta dalla risulta degli scavi per le fondamenta. La peculiarità della richiesta era quella di costruire una casa con le maggiori quantità possibili di materiale locale. Abbiamo realizzato una costruzione a telaio, progettata da Marco Lauriola di Timber Design, docente dell’Università di Firenze e collaboratore del CNR. Abbiamo prodotto la struttura portante con assi da 1 55×58 millimetri, utilizzando la douglasia del monte Amiata.

Abbiamo essiccato i singoli pannelli, derivandone il telaio. Al posto dei soliti pannelli Osb, abbiamo realizzato un doppio assito di tav oli, sempre in douglasia, di cui uno a 45 gradi e uno in orizzontale. Il cliente ci ha chiesto di realizzare l’intonaco in argilla, prodotta dalla risulta dello sbancamento della casa. Lo spessore dell’intonaco è di tre centimetri. L’impasto di paglia, terra e argilla è dunque posata su un assito di tav oli di pino nero di montagna, sul quale sono state tracciate delle incisioni. Questa è la base sulla quale andrà a posare l’intonaco in argilla, a differenza di quanto avviene normalmente perché l’intonaco di argilla di solito è posato sulle cannucce. Le cannucce però anche se commercializzate in Italia e presentate come materiale italiano, in realtà provengono dall’Ungheria. Il legno di douglasia è poco diffuso in Italia.

La douglasia dall’Amiata è stata prodotta dall’Azienda Agricola Forestale Bizzarri Agostina, che ha realizzato lo stesso reimpianto delle specie arboree. Attualmente in Italia, dopo il 1 97 5, la douglasia è impiantata solo sporadicamente. In fase di essicazione i cascami della segagione delle travi e del tav olame sono stati utilizzati in una fornace locale, per cuocere i mattoni fatti a mano che sono stati prodotti a pochi km da casa. Le pianelle sono state utilizzate sia per la parte del portico sia per quella delle gronde. I murali delle gronde e la travatura del portico sono stati prodotti con legno di robinia, che nelle nostre zone è considerato di bassa qualità, anche se dal punto di vista meccanico e della capacità di durare nel tempo in realtà è un ottimo legno. All’interno della casa, nella zona del soppalco, per i tav oli del sottotetto abbiamo utilizzato il cedro del Libano.

Quali sono i vantaggi ecologici di una casa a KM zero?

Per la cottura dei mattoni abbiamo utilizzato la legna stessa della risulta della lav orazione della casa. Non abbiamo impiegato petrolio, perché le pianelle sono state cotte a mano con la creta locale tirata in fornace da una distanza massima di 20 chilometri, e cotta senza l’impiego dei gas o di combustibili fossili. Quello della douglasia è inoltre materiale che non ha viaggiato, in quanto dall’Amiata alla nostra sede ci sono 45 chilometri. Sempre nello spirito del KM zero, abbiamo infine assunto maestranze locali. E’ stato remunerato il lavoro artigianale e non l’investimento finanziario industriale.

Federico Bonato

 

One Response

  1. Luca

    Condividere idee innovative e conoscenze sulla sostenibilità e sul ecologia è fondamentale per gettare le basi del nostro futuro.
    Grazie

    Rispondi

Leave a Reply

Your email address will not be published.