La scorsa settimana ho avuto l’occasione di partecipare ad un ‘piccolo viaggio nel passato’. Il nostro architetto ci ha presentato un impresario di nome Marco, titolare di una delle imprese edili più stimate in provincia di Cuneo; a mio avviso una persona da ammirare per 2 semplici cose, la sua passione per il lavoro e la lungimiranza, di cui sono certo torneremo a parlarvi più avanti. Ci ha invitato a visitare casa sua, un rustico ristrutturato a nuovo in fase di finitura.

Mettendo da parte l’incantevole vista panoramica a 360° sul Roero su cui si potrebbe scrivere una poesia, non crederete a cosa ho visto con i miei occhi, un capolavoro in bioedilizia. Mai visto tale cura nella ristrutturazione di una casa, ma soprattutto tanta attenzione alla scelta dei materiali. E’ lecito pensare che Marco abbia voluto ripercorrere un viaggio nel passato e portare alla luce un modo di costruire di cento anni fa. Per la prima volta in vita mia ho visto insieme la “volta a botte” di una casa con la persona che l’ha realizzata.

una foto di esempio di come un rustico possa subire una ristrutturazione in bioedilizia

Ogni particolare aveva un perché, ogni parete aveva una sua storia, le porte avevano oltre 100 anni, tutto rigorosamente rispolverato e rimesso a nuovo. Dimenticato per anni in qualche magazzino, sommerso di polvere e prepensionato con la ristrutturazione di qualche rustico. Ovunque traspariva attenzione, dai muri di oltre 50cm con isolanti naturali, pavimenti in terra cotta, porte interne e travi in legno massello, solai in listellare realizzati sul posto. Incredibile che l’intonaco era stato realizzato con la terra cruda estratta dagli scavi di quella casa.

Oggi giorno che sentiamo parlare di Bioedilizia ovunque, credo di aver conosciuto una persona che compiendo un passo indietro, ha realizzato un’opera edile decisamente futuristica, un ‘rustico nuovo’ in bioedilizia antica. Estremamente semplice quanto moderna, non ha lasciato spazio ai derivati dal petrolio, una certificazione tutta sua per la trasparenza dei suoi compositi e componenti, per le sue origini da un mondo ben lontano dall’era del sintetico e dell’artificiale.

Le poche pennellate di moderno erano perfettamente integrate e dall’impatto minimo. Il solo fotovoltaico, steso a semicerchio e perfettamente adagiato sul dorso della collina, ricordava più alle mura di un bastione antico, che ad un impianto di energie rinnovabili, coronato per tutta la sua lunghezza da un filare di rosmarino. Pochissimi i segni del mondo moderno, a ricordarcelo per la maggiore le inevitabili prese di corrente, gli elementi illuminanti, i sanitari; questi erano gli unici particolari costruttivi moderni in una realtà rustica ed assolutamente autentica.

Credo ogni giorno di più che si debba cambiare atteggiamento, nelle piccole e nelle grandi cose. Ogni giorno le notizie ci ricordano l’aumento della popolazione mondiale, lo scioglimento dei ghiacciai, i disastri ambientali, la tanto attesa data del 21 Dicembre 2012; significherà davvero qualcosa? La nostra vita cambierà in modo radicale come dicono? Difficile trovare risposta, ma vale la pena abituarsi all’idea di rispettare l’ambiente come fosse casa nostra ed insieme il suo giardino. Tutto il ‘disagio’ che creiamo al pianeta un giorno ci verrà restituito e francamente non sono curioso di sapere il modo in cui la natura deciderà di stupirci…

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